Fino ai 5/6 i bambini disegnano spontaneamente e in genere  le loro produzioni sono altamente espressive e creative in quanto utilizzano naturalmente le facoltà dell’emisfero destro del cervello che è preposto  a questo tipo di funzione.  Inoltre  si esprimono liberamente e con efficacia perché gli adulti non intervengono ancora a dare consigli. Le cose spesso cambiano con l’ingresso alla scuola elementare perché molti genitori ed insegnanti si aspettano che i bambini di questa età comincino a disegnare quello ‘che gli  occhi vedono’, cioè ad esprimersi secondo il così detto  ‘realismo visivo’.  In realtà è solo  a partire  dai 10/11 anni  che i bambini si  avvicinano  ai modelli visivi in maniera spontanea, desiderando riprodurre le cose come si vedono, anche se vi sono le debite eccezioni. Purtroppo, la richiesta anticipata di questa modalità da parte degli adulti costituisce una forzatura che può andare ad incidere sul desiderio del bambino ad utilizzare questo mezzo espressivo così importante per il suo sviluppo. In tanti anni di lavoro sul campo ho visto che il blocco sul disegno è maggiore  tra i bambini dagli 8 ai 10 anni che in quelli dai 3 ai 7, raggiungendo l’ apice  tra i ragazzi dagli  11 ai 13 anni. Se mettiamo a confronto  disegni di  bambini di età prescolare con quelli realizzati successivamente ci possiamo accorgere che i secondi  risultano spesso  stereotipati  come ben dimostra il disegno di apertura eseguito da una bambina di 7 anni, su richiesta. Quando il bambino percepisce che il suo disegno è sgradito  o ‘fatto male’ tende a non disegnare più  e tanto meno spontaneamente. Quando i bambini sarebbero pronti ad affrontare le modalità del disegno dal vero alla scuola media,  questo non viene  insegnato. Non a caso la stragrande maggioranza degli adulti  è in grado di disegnare solo come quando aveva 9 o 10  anni e si guarda bene dal farlo. Progredire nelle competenze grafiche è possibile ed auspicabile però al momento giusto e utilizzando tecniche apposite che, per esempio, nel mondo anglosassone sono ampiamente utilizzate dagli anni 70. In particolare mi riferisco al disegno eseguito potenziando le competenze dell’emisfero  destro del cervello. Infatti è in questo emisfero che  risiede la competenza relativa all’espressione grafica,  insieme a tutte le competenze relative ai linguaggi non verbali che corrispondono  al 93% della nostra  comunicazione.  Allora come mai verso i 10 anni quando la maggioranza dei bambini desidererebbe spontaneamente disegnare ciò che vede fatica a farlo e spesso smette di disegnare? A partire dalla pubertà nella maggioranza delle persone l’emisfero sinistro diventa dominante per cui quando questo emisfero si ‘intromette’ in una funzione che non gli compete come quella del disegno, finisce per fallire. L’emisfero sinistro è specializzato nelle funzioni verbali, logico-matematiche, temporali, simboliche, astratte, razionali, ma se la cava piuttosto malamente con linee, superfici, curve e  profondità,  tutti elementi che stanno alla base delle espressioni grafiche. Dal mio punto di vista  prima dei 10 anni non bisognerebbe proporre ai bambini il disegno dal vero a meno che  non ci sia   precisa richiesta ed inoltre bisognerebbe incoraggiare la libera espressione grafica.  A tal proposito un  problema registrato alla scuola elementare riguarda la coloritura di schede già predefinite graficamente. E’ notorio che la stragrande maggioranza delle schede, peraltro spesso anche poco nitide e nerastre per effetto della fotocopiatura, vengono colorate dai genitori dopo cena, dopo infiniti litigi con i figli che si rifiutano spesso di farlo. Sinceramente non posso dar loro torto in quanto colorare queste schede è un vero e proprio insulto all’intelligenza e alla creatività.  Una cosa molto più utile  sarebbe  quella di far illustrare dei testi, oppure  incoraggiare il disegno libero insegnando diversi tipi di tecniche. Interessandoci ora al disegno dei bambini dai   6 ai 10   anni  è necessario sottolineare  che  vi sono contenuti grafici particolarmente significativi come la famiglia, la figura umana, la casa e l’albero che compaiono in modo spontaneo quando un bambino  di questa età disegna. In particolare  la CASA e l’ ALBERO sono temi rilevanti, perché da un punto di vista simbolico contengono significati profondi anche in merito alla famiglia e alla figura umana. Essi  rimandano a significati relativi a come un bambino vive nella sua  famiglia e alla percezione che ha  del proprio  corpo. I disegni della casa e dell’albero sono stati e ancora vengono usati in ambito diagnostico come veri e propri test proiettivi, ma l’approccio che qui  propongo, nell’utilizzare il disegno del bambino quale strumento di libera espressione per aiutarci a comprenderlo meglio, è meno rigido e più completo.  E’ chiaro che in questo tipo  di valutazioni la soggettività dell’osservatore è sempre presente,  dunque ogni lettura deve venire proposta con umiltà , ma anche con competenza,  perché  l’esperienza in questo campo è fondamentale per avere  sensibilità adeguata e occhi che sappiano vedere. Nel campo delle scienze sociali ci sono ancora studiosi  e ricercatori che pretendono  di dare una veste  oggettiva  al loro operato anche  attraverso l’utilizzo di  test, ma  mi sembra palese che l’aspetto soggettivo di colui che osserva un fenomeno o che fa un esperimento non è mai eludibile. Umiltà, esperienza e competenza sono gli ingredienti per cercare di comprendere e conoscere e soprattutto asteniamoci dal dare consigli ai bambini quando disegnano spontaneamente.

 

Maria Teresa Cardarelli-Gennaio 2016